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Coronavirus, crollo in Borsa: Milano perde il 5,4%, bruciati 30 miliardi. Petrolio giù, oro record


di Filippo Di Legge

L’«effetto Coronavirus» si abbatte sui mercati mondiali. E l’Italia, che da venerdì è alle prese con la diffusione del virus, è tra i mercati finanziari più colpiti. Piazza Affari ha chiuso una giornata nera con l’indice Ftse Mib in calo del 5,43% a 23.427 punti, dopo essere arrivata a perdere oltre il 6%. La seduta negativa ha causato una riduzione della capitalizzazione del paniere dei titoli principali della Borsa di Milano di circa 30 miliardi di euro. La paura per un’escalation del coronavirus fuori dalla Cina affossa anche le altre Borse europee. L’indice Eurostoxx 600 ha perso il 3,84%. Londra arretra del 3,34% a 7.146 punti. Francoforte cede il 4,01% a 13.035 punti e Parigi il 3,94% a 5.791 punti. Anche Wall Street in picchiata, con perdite intorno al 3% (qui i mercati principali e l’andamento degli indici).

A MILANO IL DECIMO RIBASSO PIÙ AMPIO
Il crollo di lunedì a Piazza Affari, porta il Ftse Mib ad azzerare i guadagni dell’anno in corso. Il calo è il decimo ribasso più ampio degli anni 2000: la seduta peggiore per la Borsa di Milano è stato quello del 24 giugno 2016, quando il Regno Unito ha scelto di uscire dall’Unione Europea e l’indice principale di Piazza Affari ha perso il 12,48%. L’ultimo calo in doppia cifra prima di quello - gli indici erano però calcolati diversamente - fu sempre a giugno, ma nel 1981. L’11 settembre, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, il calo fu del 7,57%; 3 giorni dopo, del 6,62%. Nel 2008, con la crisi seguita al crack di Lehman Brothers, la Borsa perse l’8,24%; nelle sedute successive i cali furono del 7,14% (10 ottobre 2008), 6,78% (16 ottobre) 6,20% (11 novembre) e 6,26% (1 dicembre). Anche nel 2011 la crisi sul debito italiano spinse Piazza Affari in profondo rosso: il primo novembre la correzione del Ftse Mib era stata del 6,8%. Quello di oggi, dunque, è «soltanto» il decimo ribasso più ampio dal 2000.

SPREAD A 145 PUNTI
A Milano, dopo un’apertura già molto negativa (-3,4%), la Borsa è peggiorata durante l’arco della giornata: nel pomeriggio, in concomitanza con l’avvio in terreno fortemente negativo dei mercati americani (Dow Jones -3,2%, Nasdaq -4,5%), l’indice principale - ovvero il Ftse Mib - era arrivata a cedere il 6%. Intanto lo spread fra Btp e Bund tedeschi staziona a quota 145 punti, con il rendimento del decennale allo 0,96%.

«L’ITALIA VERSO LA RECESSIONE»
L’impatto dei contagi da coronavirus per l’Italia non si limita ai mercati finanziari. Ad aggravare la situazione contribuisce anche l’economia reale, con la recessione «tecnica» data quasi per scontata dopo il -0,3% del quarto trimestre 2019. E un 2020 che va verso la crescita negativa, con stime fra -0,5% e -1%: sono queste le prime stime degli economisti sull’impatto dei contagi in Italia. Se, dopo il -0,3% segnato nell’ultimo trimestre del 2019, il pil italiano dovesse subire una nuova contrazione nel primo trimestre sotto il peso dell’emergenza, il paese entrerebbe tecnicamente in recessione, segnando due trimestri consecutivi con il segno meno, con Lombardia e Veneto che da sole rappresentano circa un terzo del pil nazionale (leggi l’articolo completo). Il coronavirus ha «chiuso» il Nord-Est. Vale a dire la parte più forte del Paese che da solo vale oltre il 30% del Pil e il 40% delle esportazioni. Il governo sta cercando di rimediare annunciando la sospensione di tributi e bollette per tutta la «zona rossa» che si concentra nel Lodigiano.